CARIE DENTALE: UNA PATOLOGIA MULTIFATTORIALE

Quando ci si chiede quale sia la malattia più diffusa al mondo, non molti si potrebbero immaginare che sia la carie. La carie non solo è la patologia orale di maggiore riscontro a livello odontoiatrico, ma è anche la malattia che ha la maggior incidenza e prevalenza al mondo. Si stima che circa il 90% della popolazione mondiale sia stata, almeno una volta, colpita dalla carie, senza esclusione di età, sesso, razza o estrazione sociale. Va da sè che le fasce di popolazione più disagiate ne sono maggiormente colpite per diversi motivi socioculturali.

carie

Dai dati, però, emerge che la carie non risparmia nessuno, a meno che non si adotti un efficace modello di prevenzione che deve essere basata su interventi multidisciplinari, non solo di natura medica, ma anche di natura socioculturale.

Ma cosa è la carie? Secondo la definizione dell’OMS, è una patologia multifattoriale a carattere infettivo determinata da uno squilibrio dell’ecosistema orale e sostenuta da specie batteriche cariogene e in particolare da Streptococchi del gruppo Mutans e Lactobacilli.

La presenza, o meglio, la prevalenza di queste specie batteriche nella cavità orale è la premessa fondamentale per l’insorgenza della carie e precede il segno clinico della malattia.

Tali specie batteriche trovano nutrimento nei carboidrati fermentabili immessi con la dieta e producono cataboliti acidi in grado di demineralizzare lo smalto e la dentina dei denti, formando delle cavità sempre più grandi che rappresentano l’habitat ideale per i batteri, favorendone la moltiplicazione e peggiorando il processo infettivo e cariogeno.

Molti pazienti che si recano dal dentista per la presenza di processi cariosi più o meno destruenti e talora anche molto dolorosi, pensano che una volta che l’odontoiatra elimina il tessuto danneggiato e ottura il dente il problema sia risolto definitivamente; ma non è così!!

È bene ricordare che la carie, il cosiddetto “buco nel dente” non è altro che la fase finale, il segno clinico, di un processo infettivo che riguarda tutto il cavo orale. Eliminare la carie non significa eliminare lo Streptococco Mutans e il Lactobacillo presenti nella mucosa orale, sulla lingua e nella saliva di tutto il cavo orale. Per eliminarli si deve decontaminare il cavo orale e per fare ciò si devono ridurre al massimo i fattori di rischio.

Quali sono questi fattori di rischio?

  • Scarsa igiene orale à tutte le specie batteriche, e quindi anche le specie cariogene, si organizzano in un biofilm dove trovano nutrimento, protezione, e possibilità di scambiarsi informazioni genetiche che li rendono sempre più forti. Questo biofilm non è altro che la placca. Nella placca vi sono quindi miliardi e miliardi di specie batteriche, residui di cibo, frammenti cellulari, saliva, etc.

È in definitiva un serbatoio di microbi e materiale in decomposizione. Chiunque dovesse trovarsi un po’ di questo materiale nelle mani, correrebbe senza dubbio a lavarsele! Perché allora tenercelo tra i denti e in tutta la bocca?

L’unico modo per eliminare la placca e tutto ciò che contiene è avere un’ottima igiene orale e, quindi: lavarsi i denti almeno 2-3 volte al giorno per almeno 3 minuti assicurandosi di raggiungere tutte le superfici, usare un buono spazzolino manovrandolo correttamente, usare un dentifricio al fluoro che contribuisce alla detersione delle superfici dentarie e orali e alla rimineralizzazione dello smalto, adoperare il filo interdentale o lo scovolino per eliminare la placca interdentale.

Senza queste manovre quotidiane la placca continuerà a depositarsi sui denti e sulle gengive, diventando sempre più tenace e aumentando la sua patogenicità. Inoltre la placca non debitamente rimossa, a contatto con il carbonato di calcio presente nella saliva, si trasformerà in tartaro che altro non è che placca calcificata al cui interno continuano a proliferare le specie batteriche cariogene. Il tartaro non può essere rimosso con le normali manovre di igiene domiciliare, ma occorre una detartrasi professionale da eseguire in studio.

  • Dieta à una dieta ricca di carboidrati semplici è anche la dieta preferita per le specie cariogene. Il metabolismo di questi zuccheri, operato dai batteri, produce sostanze acide che demineralizzano i tessuti dentari. Si devono bandire gli zuccheri? Premesso che un abuso di zuccheri o carboidrati semplici, e comunque, una dieta non equilibrata è alla base di molte delle malattie che colpiscono la popolazione mondiale contemporanea (obesità, diabete, malattie cardiocircolatorie); per quanto riguarda la patologia cariosa non è tanto la quantità di zuccheri o carboidrati assunti, quanto la frequenza. Se si immettono frequentemente nel cavo orale alimenti e bevande ricchi di zuccheri il pH del cavo orale sarà per la maggior parte del tempo acido, sotto la soglia di rischio di 5.5 e il processo di demineralizzazione sarà più lungo e duraturo del processo di rimineralizzazione, possibile quando il pH è maggiore di 5.5. Il sistema tampone della saliva in tal modo non avrà il tempo materiale di riequilibrare il pH del cavo orale che arriverà un altro picco di zuccheri e quindi di cataboliti acidi.

Tuttavia esistono anche zuccheri che hanno proprietà anticariogene e sono quindi protettivi per i tessuti duri dentali, come lo xilitolo, ormai presente in tutti i chewing-gum; l’eritrolo, un dolcificante che si trova in molti preparati alimentari in luogo del saccarosio; e la stevia rebaudiana, anche questa sempre più presente in diverse bevande e alimenti.

  • Ospite à le condizioni anatomiche, funzionali, sistemiche dell’individuo possono rappresentare un fattore di rischio per l’insorgenza delle carie. Una compromissione della funzionalità ghiandolare può condurre ad avere una saliva quantitativamente e qualitativamente scadente e quindi povera dei fattori protettivi della saliva (detersione, lubrificazione, azione tampone, azione rimineralizzante, azione enzimatica, etc).

Un’anatomia sfavorevole o un malposizionamento dei denti può rendere molto difficoltosa l’igiene orale domiciliare, in questi casi si deve provvedere, tramite interventi ortodontici e/o chirurgici, a ripristinare un’anatomia favorevole, e a ricorrere a frequenti sedute di igiene professionale e a una più attenta prevenzione.

Soggetti disabili possono avere oggettiva difficoltà a provvedere da soli a una corretta igiene domiciliare.

Diverse malattie sistemiche, nonché svariate terapie farmacologiche possono contribuire a creare un ambiente favorevole a una flora batterica cariogena. Anche in questi casi è quindi necessaria una costante profilassi e controlli serrati da parte dell’odontoiatra.

Infine, una errata, o addirittura la totale mancanza di educazione all’igiene orale, sia per motivi socioculturali, sia per motivi economici, o semplicemente per noia, può condurre un paziente a ignorare le più elementari regole per una corretta prevenzione o cura delle problematiche dentali con ovvie e spesso evidenti conseguenze.

Prevenzione è la parola magica. Porre attenzione ed evitare i maggiori fattori di rischio è il primo passo per aver cura della propria bocca. La prevenzione ha sicuramente un impatto clinico ed economico molto più vantaggioso rispetto a trattamenti tardivi e invasivi.

Abituali visite di controllo, sfruttando magari i mesi della prevenzione o gli open day, cui sempre più professionisti aderiscono, è il miglior modo per prendersi cura della propria bocca, del proprio sorriso e della propria salute.