“Il bambino ha qualche linea di febbre perché sta mettendo su i primi dentini”. Quante volte ce lo siamo sentiti dire! Ma sarà vero? È possibile che l’eruzione dei denti decidui possa determinare rialzi febbrili della temperatura corporea dei più piccoli? O si tratta semplicemente di una radicata credenza popolare?
È quanto ha cercato di dimostrare una revisione sistematica pubblicata sull’International Journal of Clinical Pediatric Dentistry, nel settembre del 2017 e riportata, con un articolo di Lara Figini, sulla rivista Odontoiatria33.
La premessa da cui trae spunto la revisione sistematica (lavoro di ricerca e selezione di articoli scientifici inerenti una determinata tematica), è quella che il processo di eruzione dei denti da latte è associato, spesso, a un diffuso malessere del bambino, il quale accusa diversi sintomi tra cui: irritabilità, infiammazio
ne gengivale (che tenta di alleviare masticando ogni sorta di oggetti), scialorrea, sonno agitato, perdita di appetito, diarrea e, appunto, febbre.
Lo studio scientifico ha preso in esami numerosi parametri tra cui la modalità di rilevazione della temperatura e il tipo di termometro utilizzato per la misurazione, giungendo alla fine a risultati contraddittori. Che significa? Significa che a seconda delle modalità di rilevazione e strumenti utilizzati i numeri cambiano e in alcuni casi la differenza tra casi e controlli è risultata statisticamente significativa, mentre in altri no. In particolare la rilevazione transrettale è quella ha fatto emergere una sostanziale differenza e che ha portato a ritenere che esista associazione tra eruzione dei denti da latte e febbre, viceversa con altri tipi di rilevazione, come quella ascellare, l’associazione è stata confutata.
La questione rimane dunque dibattuta. Al momento dal punto di vista scientifico non si hanno dati conclusivi, per cui occorre fare ulteriori studi.
Dal punto di vista pratico oltre a “credere” alla possibile associazione tra febbre ed eruzione dei denti decidui, sarebbe sempre bene, quando il bambino accusa un quadro di malessere generalizzato, escludere in primis la presenza di altre infezioni di tipo virale e soprattutto batteriche.
Dr. Andrea Isaia