Le cefalee, meglio note come mal di testa sono tra le patologie più diffuse al mondo, si stima che ne soffra il 6-8% della popolazione maschile e il 15-18% della popolazione femminile; e che il 50% della popolazione mondiale, almeno una volta nella vita, abbia sofferto di cefalea.
In molti casi basta un po’ di riposo e un analgesico o un antiinfiammatorio per risolvere il problema, altre volte la sintomatologia è così grave da essere debilitante e pregiudicare la qualità della vita.
Esistono diverse tipologie di cefalee. Una prima distinzione va fatta tra cefalee primarie, per le quali non è possibile individuare una causa specifica, e cefalee secondarie, ossia riconducibili ad altre patologie sottostanti, alcune delle quali anche moto gravi.
Tra le cefalee primarie rientrano quella muscolo tensiva, l’emicrania con senza aura, la cefalea a grappolo, la nevralgia del trigemino.
Le cefalee secondarie comprendono, tra le altre, la cefalea da sinusite e la cefalea da patologia dell’articolazione temporo mandibolare.
Quando gli episodi sono rari, di lieve entità e di breve durata, in genere si ricorre all’automedicazione con i farmaci antidolorifici e antiinfiammatori da banco. Ma se gli episodi sono più frequenti, di maggiore durata e i sintomi sono particolarmente gravi è importante consultare il proprio medico che, se necessario, vi indirizzerà verso uno specialista che prescriverà una terapia mirata e individualizzata.
Alcune tipologie di mal di testa possono essere correlate a disturbi di interesse odontoiatrico. Le parafunzioni come il bruxismo e il serramento oltre a compromettere l’integrità della dentatura, conducono spesso a un irrigidimento e affaticamento della muscolatura masticatoria, in particolare del muscolo temporale e massetere, e dei muscoli del collo come lo sternocleidomastoideo, e di conseguenza a una cefalea muscolo tensiva, con un senso di costrizione e pesantezza. In questi casi l’odontoiatra, dopo un’accurata visita, provvederà alla costruzione di un bite, atto a impedire il completo serramento della bocca e permettere il rilassamento della muscolatura. Oltre la costruzione del bite l’odontoiatra vi seguirà nell’esecuzione di alcuni semplici esercizi decontratturanti.
Alcune patologie dell’articolazione temporo mandibolare possono causare attacchi di cefalea. L’ATM è una complessa articolazione che permette alla mandibola di produrre i movimenti di apertura, chiusura, retrusione, protrusione e lateralità. I disturbi dell’ATM quali artrite, artrosi, ipermobilità, eventi traumatici, dislocazione del disco articolare, oltre ai dolori loco regionali, possono ripercuotersi a tutta la zona cervico craniale e causare mal di testa. Anche in questo caso è opportuna una corretta diagnosi, ricorrendo a indagini strumentali quali TAC e RMN. L’odontoiatra, e nel caso specifico lo gnatologo, procederanno a stabilire la miglior terapia funzionale e farmacologica per risolvere il problema. In questi casi è spesso fondamentale ricorrere a particolari bite o placche di riposizionamento che permettono di allontanare i capi articolari e rilassare la muscolatura.
Restauri protesici e conservativi possono cambiare drasticamente l’occlusione con un conseguente disequilibrio muscolare e dell’articolazione temporo mandibolare che a lungo andare può dar luogo a fastidiose cefalee muscolo tensive.
Infezioni di natura odontogena quali gli ascessi possono diffondersi nei tessuti e nelle ossa mascellari andando a coinvolgere altri distretti anatomici. Nell’arcata inferiore un ascesso può andare a comprimere il nervo alveolare inferiore, un ramo del nervo trigemino, andando a scatenare la tanto temuta nevralgia del trigemino, caratterizzata da improvvisi e lancinanti dolori simili a scariche elettriche localizzate a un lato del viso. Nell’arcata superiore, l’ascesso può arrivare a interessare i seni mascellari con l’insorgenza di una sinusite odontogena. La sinusite è una delle più frequenti cause di cefalea.
Una visita odontoiatrica, quando si hanno cefalee a prima vista inspiegabili, può essere utile a fare diagnosi differenziale, a confermare o escludere cause di interesse odontoiatrico ed, eventualmente, per essere indirizzati da uno specialista.