Il diabete è una delle malattie croniche più diffuse al mondo. Secondo i dati dell’OMS, nel 2014, la malattia interessava oltre 400 milioni di individui, con un’incidenza e prevalenza in costante aumento a causa delle sempre più scorrette abitudini alimentari e quindi della crescente obesità, e della scarsa attività fisica.
Il diabete è una patologia non solo di interesse endocrinologico, ma, dati i suoi risvolti sistemici, è una malattia multidisciplinare. I pazienti affetti da diabete conoscono bene alcune delle complicanze associate alla malattia. Oggi il diabete è, per esempio, la prima causa di cecità; il paziente diabetico è a maggior rischio di insufficienza renale cronica e malattie cardiovascolari. Il numero di soggetti cui si rende necessaria l’amputazione delle estremità inferiori si fa sempre più alto.
Tuttavia non tutti sono a conoscenza delle complicanze odontoiatriche della malattia. È stata ormai comprovata l’associazione tra il diabete e malattia parodontale cronica e gengivite. Inoltre, nel paziente diabetico i processi di guarigione sono più lenti e il rischio di infezioni è maggiore.
Tra le tipologie di diabete i più diffusi sono il diabete di tipo 1, definito in passato diabete giovanile, e il diabete di tipo 2 o mellito. Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune in cui si assiste all’incontrollata produzione di autoanticorpi diretti contro le cellule β presenti nelle isole di Langerhans, nel pancreas, che rappresentano il centro nevralgico della produzione di insulina. Questo processo autoimmune determina l’assenza parziale o totale dell’insulina e quindi l’insorgenza del diabete. Il picco di insorgenza della malattia si verifica tra i 30 e 40 anni con esordio rapido.
Il diabete di tipo 2 ha, invece, un’origine, come ricordato in precedenza, multifattoriale. Oltre i fattori genetici, concorrono, all’insorgenza della malattia, uno stile di vita poco incline all’attività fisica e un’alimentazione scorretta. Nel diabete di tipo 2 si assiste a una riduzione della funzione delle cellule β e a una progressiva insulino-resistenza da parte dei muscoli scheletrici, del fegato, dei reni, del tessuto adiposo, etc.
Tra i sintomi iniziali della malattia vi sono: la sensazione di sete continua, aumento della quantità di urina, perdita di peso, calo della vista, malattia parodontale.
La malattia si evolve gradualmente e i danni ai vari organi e apparati si aggravano nel tempo soprattutto se l’iperglicemia non viene compensata da farmaci e dall’assunzione di stili di vita e alimentari più corretti.
Dal punto di vista odontostomatologico il diabete ha diverse ripercussioni sulla salute del cavo orale. La prima complicanza si ha a carico del parodonto. Molti studi hanno evidenziato la correlazione bilaterale tra l’insorgenza e la gravità della malattia parodontale con la sindrome diabetica che funge da cofattore. Viceversa la malattia parodontale determina un’instabilità glicemica e un maggior fabbisogno insulinico che esita in un aggravamento della sindrome diabetica. In buona sostanza il diabete determina l’insorgenza della parodontite e la parodontite favorisce l’insorgenza del diabete.
Inoltre il paziente diabetico è sovente affetto da xerostomia, cioè secchezza della bocca, bruciori della lingua, alitosi, carie, stomatiti, candidosi.
Le alterazioni odontostomatologiche sono causate da diversi meccanismi degenerativi:
- Microangiopatia à il diabete altera la permeabilità dei piccoli vasi sanguigni con conseguenze negative a carico della circolazione periferica
- Deficit immunitari à il diabete altera i meccanismi di difesa dell’organismo e, soprattutto, dell’attività di neutrofili e fagociti. Ne consegue che l’organismo e in particolare il cavo orale è più soggetto all’attacco di microrganismi, specie di batteri responsabili della carie e della parondopatia
- Alterazioni ematologiche à il diabete causa alterazioni strutturali dei globuli rossi che esita in una loro minore deformabilità e iperaggregazione, tutto ciò aumenta il rischio di ischemie e trombosi che, a livello orale, facilita l’insorgenza della malattia parodontale
- Alterazioni connettivali à il diabete causa alterazioni nella produzione del collageno, dei fattori di crescita, della matrice ossea. In definitiva i malati di diabete hanno dei processi riparativi e di guarigione più lenti e difficoltosi
- Neuropatia à il diabete determina neuropatia periferica che è causa di dolori, disestesie o iperestesie, iposcialia, perdita di destrezza manuale. Questi fattori fanno sì che il paziente sia portato a trascurare o limitare l’igiene orale con ripercussioni catastrofiche per la salute orale.
- Alterazioni composizione salivare à il diabete determina un’alterazione della composizione salivare e ne muta il pH. Questo determina una saliva più “pastosa” e acida che ha un minore potere detergente e minore potere tampone a tutto vantaggio delle popolazioni batteriche patogene.
Tra le altre patologie riscontrabili con maggior frequenza nei pazienti diabetici si evidenziano: la candida, con una frequenza cinque volte maggiore rispetto a un paziente sano; la lingua a carta geografica, una lesione benigna della lingua caratterizzata da una zona eritematosa circondata da un cercine biancastro; il fibroma irritativo; l’ulcera traumatica; la gengivite iperplastica; il lichen planus, spesso presente nei soggetti diabetici e dovuto, a quanto pare, a un difetto immunologico comune a entrambe le affezioni.
I programmi di prevenzione odontoiatrica valevoli per tutti i pazienti, assumono una rilevanza ancora maggiore nei pazienti diabetici nei quali le problematiche odontostomatologiche sono più difficili da eradicare e possono avere ripercussioni sistemiche più gravi rispetto al paziente sano. Gli interventi che l’odontoiatra propone non sono poi tanto diversi, rispetto a tutti gli altri pazienti, ciò che cambia è l’assiduità, l’incisività dei trattamenti e un’attenta programmazione.
Una complicanza, che spesso rappresenta lo spauracchio dei clinici, è la possibile tendenza emorragica dei pazienti diabetici in seguito a interventi odontoiatrici quali le estrazioni dentarie. Premesso che in genere si tratta di emorragie controllabili con i comuni presidi emostatici, è comunque bene trattare il paziente di primo mattino e dopo una sufficiente colazione e dopo la somministrazione della dose normale di insulina.
Viceversa, se ci si trova dinanzi un paziente che necessita di interventi più indaginosi e che ha una situazione diabetologica complessa, allora è bene trattare il paziente in strutture ospedaliere o comunque in presenza anche del diabetologo, in maniera tale che il paziente sia controllato. L’evenienza più grave da evitare è uno scompenso ipoglicemico dovuto allo stress, o a un o scarso apporto calorico.
In definitiva il decalogo del paziente diabetico può essere il seguente:
- Il diabete non rappresenta una controindicazione all’intervento odontoiatrico
- È importante effettuare un’attenta anamnesi circa la situazione diabetologica, lo stato compensatorio e le terapie concomitanti, quali l’assunzione di anticoagulanti, antiaggreganti, antiipertensivi, ipolipidemizzanti
- Controllare il valore dell’emoglobina glicata
- Programmare il momento dell’intervento odontoiatrico e consultare il proprio diabetologo per valutare un’eventuale variazione della terapia
- Effettuare profilassi antibiotica prima dell’intervento
- L’odontoiatra deve valutare l’utilizzo di anestetico senza o con minori percentuali di vasocostrittore
- L’odontoiatra deve informare il paziente diabetico del maggior rischio di malattia parodontale, il rapporto binario tra le due patologie e le complicanze locali e sistemiche
- Il paziente deve sempre informare il proprio odontoiatra della propria situazione diabetologica e l’odontoiatra provvederà a registrare l’informazione in cartella e verificherà la situazione parodontale tramite PSR
- In caso di parodontite l’odontoiatra deve proporre il programma terapeutico più opportuno ed eseguire un costante follow-up
- Nel caso in cui sia presente una grave edentulia, tale impedire la corretta masticazione, l’odontoiatra deve informare il paziente circa l’importanza che essa assume per una buona e sana alimentazione e proporre le soluzioni più adeguate
Infine è bene ricordare che molti pazienti, soprattutto agli stadi iniziali, non sanno di avere il diabete, vuoi perché i sintomi non sono ancora eclatanti, vuoi perché non riescono a riconoscerli come patologici. In questi casi la prima visita odontoiatrica può avere importanza cruciale in una diagnosi precoce.
La presenza di malattia parodontale, ipermobilità, perdita della funzione masticatoria, recessioni gengivali, ipersensibilità al freddo, accompagnati da altri sintomi sistemici, possono far protendere verso una precoce diagnosi di diabete. L’odontoiatra in questi casi deve approfondire l’anamnesi e riferire il paziente verso il proprio medico di base che a sua volta lo indirizzerà al diabetologo per i necessari approfondimenti.